Tito Orlandi, Università di Roma La Sapienza

Edizione digitale di Niccolò Machiavelli, De principatibus

Ms. D. Sistema glifico

 

Il sistema glifico di D è costituito dai glifi usati dallo scriba “originario”, e poi dagli eventuali successivi, per materializzare il proprio sistema grafico.

Ricordiamo che un grafema (elemento minimo del sistema grafematico) è l'astrazione formale di un disegno, che concretamente può avere dimensioni diverse, colori diversi, etc. La sua realizzazione materiale, dunque con una precisa dimensione, aspetto, colore, collocazione spaziale, etc. viene chiamato glifo.

Si noti che in teoria ogni singolo glifo (anche rappresentativo del medesimo grafema) dovrebbe essere considerato una unità minima; ma crediamo anche corretto, in vista degli scopi filologici, e per ovvii motivi di praticità, dare la stessa codifica a tutti i glifi che consideriamo ispirati allo stesso disegno di grafema.

Abbiamo dunque identificato le singole tipologie di glifo, e abbiamo assegnato a ciascuna tipologia una codifica binaria, formando una tabella. La tabella costituisce il modello del sistema glifico dello scriba di D.

Si noti che quello che si vede nella colonna sinistra della tabella non deve assolutamente essere considerato come una specie di “interpretazione” ASCII del significato del glifo, ma solo una sequenza binaria del tutto arbitraria e priva di significato, che viene espressa -- ad uso umano -- mediante corrispondenze ASCII. Quelle che appaiono come “lettere singole” (a, b, c, ...) devono essere considerate come abbreviazioni di comodo rispetto alle codifiche del tipo è (p.es.: b = &bnormale;).

Noi utilizziamo sequenze binarie complesse per codificare il gran numero di glifi individuati nel manoscritto, e per questo utilizziamo quello che potremmo chiamare un meta-ASCII, secondo un sistema che corrisponde a quello delle entità di SGML.

Per chiarire ulteriormente, diremo che occorre prendere chiara coscienza del fatto che il codice ASCII serve esclusivamente per dare conto all'essere umano di quali sequenze binarie vengono immesse nei sistemi di memoria del computer. A questo scopo, tali sequenze vengono associate a singoli grafemi.

L'importanza di questa impostazione, di là dalla sua correttezza teorica, sta soprattutto nella conseguenza logica che potremmo definire: onnipotenza della codifica. La codifica, in questa prospettiva, ha limite solo nella capacità dell'osservatore, dello studioso, di enucleare i fenomeni. Quale che sia il numero e la qualità dei fenomeni, essi possono essere codificati come tali nel sorgente. Questo fa giustizia di idiozie che spesso si sentono, o si vedono scritte, quali: per digitalizzare il tale testo greco lo si traslittera in caratteri latini, et similia.