Le procedure che proporremo si basano su una scissione estremamente analitica dei procedimenti dell'ecdotica tradizionale. Per quanto riguarda la parte propriamente informatica, l'attenzione è portata in primo luogo sul documento/file sorgente (cf. sotto) che è inteso come la rappresentazione digitale di uno strato testuale (cf. sotto), depositata nella memoria del computer, indipendentemente dalla sua manifestazione quando è fatta apparire sullo schermo o sulla carta, cioè dal suo passaggio attraverso un filtro: editore, impaginatore, browser, etc. Un sorgente è concepito come un'unica linea “kilometrica” in cui sono registrati in sequenza i byte o gruppi di byte che corrispondono agli elementi discreti individuati nel testo, distinto nei suoi diversi strati testuali connessi con i diversi sistemi che lo hanno generato (cf. più oltre). Ogni strato testuale corrisponde ad un sorgente; ogni sistema corrisponde ad una base di dati. Nella fase di produzione di un sorgente non si prende in considerazione il modo con cui sarà organizzata la rappresentazione/manifestazione del relativo strato testuale. Si individuano invece i singoli fenomeni del manoscritto come concepiti dall'autore del manoscritto, e in seconda istanza i fenomeni di altri strati testuali, come voluti dall'autore del manoscritto e più su dall'autore del testo, per assegnare a ciascuno una collocazione in una tabella, con relativo corrispondente in byte o gruppi di byte. Il testo, intendendo tale termine nella sua accezione più generale, è considerato come un sistema complesso, per la formazione del quale hanno agito o agiscono l'autore dell'opera, gli autori dei singoli manoscritti o stampe, i lettori dei manoscritti o stampe, l'editore, e altri soggetti meno prevedibili. Di ciascuno ove necessario si cerca di ricostruire e formalizzare la competenza (sistema di produzione dello strato testuale) e l'operato, cioè lo strato testuale stesso, tenuto conto che gli strati testuali interagiscono tra loro. Specificatamente, si cerca di ricostruire e formalizzare (= rappresentare mediante un modello) il sistema fisico del manoscritto, poi i sistemi glifico, grafico, linguistico, proprii dei singoli autori dei manoscritti. Conseguentemente, di ricostruire il testo dei singoli manoscritti come astrazione linguistica del testo scritto. Quindi il sistema linguistico del De principatibus, cioè del Machiavelli in quanto e quando lo compose. Finalmente, il testo del De principatibus, come proposta ricostruttiva a partire dal testo dei manoscritti come determinato sopra. L'adozione di sistemi automatici deve consentire di mostrare ciascuno strato testuale, e fare interagire i diversi strati ricostruendo i diversi sistemi che li hanno generati. Questo chiamiamo un modello testuale. Ci piace definire questo lavoro come ecdotica empirica, non perché si basi su esperienze (trial and error), ma perché distingue accuratamente ciò che fa parte dell'esperienza sensibile da ciò che è astratto, mentale, eidetico, o noematico (Husserl). |